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Ondřej Adámek, Aaron Cassidy, James Dillon, Brian Ferneyhough, Vinko Globokar, Georg Friedrich Haas, Philippe Manouri, Alberto Posadas, Simon Steen-Andersen, Marco Stroppa, Ivan Wyschnegradsky: Donaueschinger Musiktage 2010

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Numero di articolo: NEOS11114-17 categorie: , , ,
Pubblicato il: 14 ottobre 2011

Programma:

SA CD 1 tempo totale 59:14

James Dillon (* 1950)

Quartetto d'archi n. 6 (2010)
Prima mondiale · Esecuzione simultanea
Lavoro commissionato da SWR

Quartetto Arditti 16:21
Irvine Arditti, violino Ashot Sarkissian, violino
Ralf Ehlers, viola Lucas Fels, violoncello

Quatore Diotima 13:25
Naaman Sluchin, violino Yun-Peng Zhao, violino
Franck Chevalier, viola Pierre Morlet, violoncello

JACK Quartetto 14:00
Christopher Otto, violino Ari Streisfeld, violino
John Pickford Richards, viola Kevin McFarland, violoncello

Filippo Manour (* 1952)

stringendo Primo quartetto d'archi (2010) 14:53
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

Quartetto Arditti
Irvine Arditti, violino Ashot Sarkissian, violino
Ralf Ehlers, viola Lucas Fels, violoncello

 

SA CD 2 tempo totale 67:06

Brian Ferney (* 1943)

Quartetto per archi n. 6 (2010) 23:48
Prima mondiale Opera commissionata da SWR e BBC

Quartetto Arditti
Irvine Arditti, violino Ashot Sarkissian, violino
Ralf Ehlers, viola Lucas Fels, violoncello

Ondrej Adamek (* 1979)

Lo que no'contamo' Quartetto per archi n. 2 (2010) 16:53
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

Quatore Diotima
Naaman Sluchin, violino Yun-Peng Zhao, violino
Franck Chevalier, viola Pierre Morlet, violoncello

Alberto Posadas (* 1967)

Del riflesso dell'ombra 16:57
per clarinetto basso e quartetto d'archi (2010)
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

Quatore Diotima
Naaman Sluchin, violino Yun-Peng Zhao, violino
Franck Chevalier, viola Pierre Morlet, violoncello
Alain Billard, clarinetto basso (ospite)

Aaron Cassidy (* 1976)

Secondo quartetto d'archi (2010) 09: 00
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

JACK Quartetto
Christopher Otto, violino Ari Streisfeld, violino
John Pickford Richards, viola Kevin McFarland, violoncello

 

SA CD 3 tempo totale 66:37

Marco Stroppi (* 1959)

Lasciami cantare nel tuo orecchio 22:31
per corno di bassetto amplificato e orchestra da camera (2010)
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

[01] A 1. Sdoppiato, con pudicizia (dédoublé, avec pudeur) 08:11
[02] A 2. Marmoreo (de marmo) 03:50
[03] A 3. Pulviscolante (comme des grains de poussière) 02:45
[04] SI 1. Danzante (dansant) 01:38
[05] B 2. Irredento (irrédent) 02:57
[06] B 3. Rintanato (terre) 03:10

Michele Marelli, corno di bassetto
Radio Kamer Filarmonica, Hilversum
Peter Eotvos, direttore d'orchestra

Vinko Globokar (* 1934)

Radiografia d'un romano 43:53
per coro misto (con sette solisti), fisarmonica solista, percussioni soliste, 30 strumentisti e live electronics (2010)
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

[07] 10:58
[08] 10:02
[09] 11:32
[10] 11:20

Luka Juhart, fisarmonica
Jean-Pierre Drouet, percussioni
David Muschio, voce

STUDIO SPERIMENTALE dell'SWR
Michael Acker e Thomas Hummel, direttori del suono
Rita Torres, assistente

SWR Vokalensemble Stoccarda
Aleksandra Lustig, soprano Maria van Eldik, mezzosoprano Ute Wille, contralto
Hubert Mayer, tenore Mikhail Shashkov, baritono Mikhail Nikiforov, basso

SWR Sinfonieorchester Baden-Baden e Friburgo
Rupert Huber, direttore d'orchestra

 

SA CD 4 tempo totale 62:17

Simon Steen Andersen (* 1976)

Raddoppiare per campionatore e piccola orchestra (2010) 16:43
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

Radio Kamer Filarmonica, Hilversum
Peter Eotvos, direttore d'orchestra

Ivan Vyshnegradsky (1893-1979)

Arcobaleno Opera 37 09:12
per sei pianoforti a coda con accordatura a 12 toni (1956)
Prima tedesca

Arco in cielo II (Estratto da Les Arcs-en-ciel, Op. 52a) 03:06
per sei pianoforti a coda con accordatura a 12 toni (1972, incompiuto)
Anteprima mondiale · Ospitato nella Fondazione Paul Sacher

Pianoforti: Pi-hsien Chen, Christoph Grund, Florian Hoelscher,
Akiko Okabe, Sven Thomas Kiebler, Julia Vogelsänger
Sylvain Cambring, direttore d'orchestra

Georg Friedrich Haas (* 1953)

approssimazioni limitate 32:43
Concerto per sei pianoforti con accordatura a 12 toni e orchestra (2010)
Prima mondiale Opera commissionata da SWR

[04] 12:43
[05] 12:33
[06] 07:27

Pianoforti: Pi-hsien Chen, Christoph Grund, Florian Hoelscher,
Akiko Okabe, Sven Thomas Kiebler, Julia Vogelsänger

SWR Sinfonieorchester Baden-Baden e Friburgo
Sylvain Cambring, direttore d'orchestra

Press:


13.04.2013

GIORNATE DELLA MUSICA DI DONAUESCHInger 2010

La última entrega de las Jornadas musicales de Donaueschingen vertidas al disco, corrisponde all'edizione del 2010 e presenta alcune novità rispetto agli anni precedenti.

Las seis Primas Obras Están Esritas Para Cuareto de Cuerdas, lo que apenas tienas precedentes en estos encuentros, y las que ocupan los discos tercero y cuarto se alinean en la acostumbrada miscelánea estética de donaueschingen, anche con una variante: Clusiva, La firmada di Georg Friedrich Haas (n. 1953), è stato elaborato su una parte del materiale della parte anteriore del programma, Arcobaleno, compuesta en 1956 por Ivan Wischnegradski (1893-1979), quien, como siempre en su carrera, emplea aquí la microintervalica como elemento fondamentale del discorso.

Si en el músico ruso aún sorprende la musicalità que se puede extraer de un material, en principio, incómodo al oído, como son seis pianos afinados en doceavos de tono, la obra Approssimazioni limitate, de Haas, que agrega a esos seis pianos una orquesta sinfonica, no posee la intense de otras obras a gran escala que han dado fama a este compositor austriaco. Haas it fell a su estilo acumulativo, pero la intensidad lograda otras veces a partir de la repetición ostinada del material, aquí no aparece, quedando el homenaje (o la cita) al ruso Wischnegradski, algo esteril.

Este nuevo volume procedente de Donaueschingen, merece la pena, sobre todo, por la presencia de dos obras pensadas para cuarteto de cuerdas, las de James Dillon (n. 1950) e Brian Ferneyhough (n. 1943). Se dalla circostanza in cui i due cuartetos hanno il numero 6 nella carriera di ogni compositore. Come quiera que los dos autores británicos han sido repetidas veces clasificados dentro de la corriente Nuova Complessità, è interessante osservare si estas dos obras se encuadran todavía hoy, 2013, in this tendencia que la musicología inglesa descubrió en los años 70, in buena medida, para dar lustro a esta generación de compositores.

Al lado de otras piezas de estas Jornadas musicales (la fine, e casi di ispirazione pop, Raddoppiare, di Steen-Andersen, el insustancial Secondo quartetto d'archi, de Cassidy, la eccessivamente tremendista Del riflesso dell'ombra, di Alberto Posadas, e la frágil tímbrica de Stroppa o el collage Ottimo gusto dai 60 anni in su Radiografia d'un romano, de Globokar), las obras de los autores británicos son, en efecto, de una complejidad sin tacha. Y por si mismas expelen un fulgor que solo está alcance de los elegidos.

La pieza de Dillon, presentata in tre versioni (las de los cuartetos Arditti, Diotima y JACK), posee una compacidad de sonido que la hace tal vez más asequible que el Sesto Cuarteto de Ferneyhough, quien firma aquí, muy posiblemente, una de sus obras mayores. In questo cuarteto, la musica sembra essere stata appartata fino alla fine dell'esacerbata influenza dell'espressionismo da parte di chi estrenara l'obra maestra Sonate per quartetto d'archi.

Ferney, sebbene conforma un discorso placato di temi proliferanti (él los llama, en suo commentario inserto en el libreto, y con il suo abituale linguaggio criptico, “meandros” o “strategias formales efímeras”) che non espesan lo spazio sonoro, sino a che ofrece continuamente punti de apoyo y motivos recurrentes que permita al oyente, casi por primera vez en Ferneyhough, atrapar un material de gran riqueza expresiva y que cambia, en la percepción, con cada escucha.

Francesco Ramos

 

Recensione nel “Neue Magazin für Musik” 1/2012 

12/2011

www.theguardian.com

Ogni anno, Neos pubblica una raccolta di registrazioni della scuola estiva tenutasi nella città della Foresta Nera di Donaueschingen, il festival di nuova musica più longevo d'Europa e probabilmente ancora il più importante. Il programma del 2010, documentato nell'ultimo set, pone un accento particolare sulle novità per quartetto d'archi, con i quartetti Arditti, JACK e Diotima tutti in residenza, e due dei quattro dischi sono dedicati alle loro esecuzioni. Un'opera, il sesto quartetto di James Dillon, è stata interpretata da contro tutti i tre gruppi, e le loro tre esibizioni si susseguono nel primo disco. Sono nettamente diversi: gli Arditti impiegano quasi tre minuti in più sul pezzo di un quarto d'ora rispetto ai Diotima, che danno a quello che è il quartetto più teso e compresso di Dillon finora un'intelligenza esile e argentea; la performance JACK dal taglio più duro si trova in mezzo. Quel disco include anche il primo quartetto Stringendo di Philippe Manoury, suonato dagli Arditti, che hanno anche presentato al Musiktage il piuttosto impenetrabile Sixth Quartet di Brian Ferneyhough. Oltre al Ferneyhough, nel secondo disco ci sono brani di Ondr˘ej Adámek e Aaron Cassidy, ma il clou è Del Reflejo de la Sombra di Alberto Posadas per clarinetto basso e quartetto (Alain Billard con il Diotima), che si infiltra nei legni strumento nelle tessiture degli archi in un modo che riconfigura in modo sorprendente le sonorità convenzionali del quintetto di clarinetti.
La seconda metà del set è composta da brani orchestrali e d'insieme. Il concerto per corno di bassetto di Marco Stroppa Let Me Sing into Your Ear è un altro lavoro insignificante del compositore italiano cinquantenne che non riesce a mostrare perché sia ​​così apprezzato in alcuni ambienti, mentre Radiographie d'Un Roman, per coro, fisarmonica, ensemble ed elettronica del veterano Vinko Globokar è un po' un viaggio nella memoria, all'avanguardia degli anni '1960. Double Up di Simon Steen-Andersen per piccola orchestra e suoni campionati è memorabile in un certo senso fastidioso, ma Limited Approximations di Georg Friedrich Haas, un concerto per piano sei accordato nel temperamento di 12 toni (che divide ogni ottava in 72 toni uguali) è il lavoro più ambizioso e per molti versi il più straordinario del set. Preceduto da due pezzi del pioniere della musica microtonale, Ivan Wyschnegradsky, il pezzo di mezz'ora di Haas è pieno di sorprendenti effetti armonici e forme che cambiano ed evolvono costantemente, a volte occupando un territorio musicale riconoscibile ma spesso spostandosi in regioni che sembrano totalmente inesplorate.

Andrea Clementi

 


12 / 2011 - 01 / 2012

Uno scintillante universo di suoni
Nuova musica su nuovi CD. Presentato da Max Nyffeler

Ricca la resa fonografica del Donaueschinger Musiktage 2010. Era l'anno dei quartetti d'archi, e sei di essi oggi si possono ascoltare nel cofanetto da 4 CD, quello di James Dillon anche nell'interpretazione di tutti e tre i quartetti allora rappresentati - Arditti, Jack e Diotima - che permette interessanti conclusioni.

Ulteriori punti di forza sono “Let me sing into your ear” di Marco Stroppa con la sua differenziata live elettronica, la colorata “Radiographie d'un roman” di Vinko Globokar e naturalmente le “approssimazioni limitate” di Georg Friedrich Haas, che con il suo sofisticato design dello spazio sonoro i dodicesimi toni fissano il sorprendente punto finale.

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